Salvatore Pizzo
- 06/09/2021 03:57:00
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Era da illo tempore che non leggevo più la parola"borghese"in una poesia. Tanto che non ricordo più dove abbia potuto leggerla. Però mi sovviene una canzone di Gaber in cui citava i borghesi per dire che son tutti dei porci. Effettivamente, ai giorni nostri sembra una parola desueta: è stata introiettata al punto da averla rimossa, perché se ne è accettata la positività sociale. Cosa che non nei tuoi versi, in cui risuona ancora quella combattività rivestita dironia tesa proprio a smontarne la positività, mostrandone tutto il disorientamento che la fa naufragare miseramente. Daltro? Il settenario ti dona assai. Un grazie che più ancora è un caro saluto
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Vincenzo Corsaro
- 05/09/2021 12:55:00
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È la prima volta che leggo qualcosa dedicata alla figura del "borghese", interessante e devo dire che lhai descritto alla perfezione. La famosa "borghesia" che si perpetua ancora ai giorni nostri, i non poveri e non ricchi, coloro che sguazzano nella mediocrità, coloro che vorrebbero di più ma non possono e vivono con la paura di perdere quel poco e illusorio agio in cui si crogiolano e di cui sono gelosi. Il loro destino... lhai descritto perfettamente negli ultimi versi. Brava :) Una luminosa domenica e un cuoroso saluto :)
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